Oggi in esilio per coronavirus mi son dedicato all’ascolto minuzioso del vinile e capolavoro Exile on Main St. per cui ringrazio Alby e Beppe. Inoltre ho approfondito il “making of” guardando il documentario su Amazon Prime Stones in Exile. Bellissimo sia il vinile che il documentario.
Exile on Main Street occupa la settima posizione nella classifica dei 500 migliori album di tutti i tempi stilata dalla rivista Rolling Stone. Il titolo dell’album, che in italiano è traducibile come “In esilio sulla strada principale”, allude all’esilio della band dall’Inghilterra a causa di problemi fiscali con conseguente trasferimento in Francia. Infatti, le registrazioni sono state fatte nella cantina della villa di nome Nellcôte in Francia di Keith Richards. In questo album si instaura un duello tra blues e boogie, tra rumore e silenzio, tra armoniche country e chitarre slide in giubilo. La canzone più famosa è probabilmente Tumbling Dice, ma molto note sono pure Rocks Off, Shine a Light, Sweet Virginia, All Down the Line e Happy.
La maggior delle canzoni del disco furono incise nell’estate 1971. Gli Stones installarono il loro studio di registrazione mobile nella cantina della proprietà. Richards viveva ai piani superiori nella residenza principale, e di frequente riceveva la visita di conoscenti e amici, spesso musicisti, che si univano alla band per effettuare delle jam session. Le sessioni di registrazione giornaliere andavano avanti per ore fino a notte inoltrata, con una lista di partecipanti che variava di molto a seconda dei giorni. Senza l’atmosfera formale di un vero studio di registrazione, le sessioni di Nellcôte furono caratterizzate da una certa rilassatezza, senza però togliere spazio alla creatività.
La lavorazione dell’album venne completata negli studi Sunset Sound di Los Angeles, dove le sessioni relative alle sovraincisioni coinvolsero altri musicisti di studio come il pianista Nicky Hopkins, il sassofonista Bobby Keys, il batterista Jimmy Miller, e il trombettista Jim Price. La musica risultante è un miscuglio di blues, rock and roll, swing, country, e gospel, mentre dal punto di vista lirico, i testi delle canzoni incluse nell’album, esplorano tematiche come l’edonismo, il sesso, e lo scorrere del tempo.
Anche la copertina di Exile on Main St. è un spettacolare collage di foto in bianco e nero opera del fotografo Robert Frank e spezzoni di filmini in Super 8 anch’essi in bianco e nero, assemblati insieme dai grafici Norman Seeff e John Van Hamersveld. Il retro di copertina figura invece varie fotografie degli Stones ritratti mentre mangiano, sbadigliano, leggono il giornale, ecc., il tutto giustapposto a frammenti di testi delle canzoni contenute nell’album. Le fotografie in copertina, raffiguranti istantanee di vari freak affisse sulla parete in un centro di tatuaggi a New York, erano state scattate da Robert Frank nel corso di un viaggio attraverso gli Stati Uniti tra il 1955 e il 1956 ed erano state incluse nel libro fotografico Gli Americani (The Americans).
Per approfondimenti vi rimando a WIKIPEDIA
Volevo soffermarmi su alcune canzoni di questo album che non son passate alla storia ma che a mio parere hanno poi influenzato altre band che hanno scritto la storia come:
Torn and Frayed
Canzone in perfetto stile country rock, che sembrerebbe essere stata ispirata agli Stones dalla presenza a Nellcôte del musicista country rock Gram Parsons, grande amico di Richards e che lo aveva iniziato a quel genere musicale. In questo brano l’assolo di chitarra è eseguito da Al Perkins con la lap steel guitar.
Un’anno dopo in studio il gruppo Lynyrd Skynyrd inciderà questo successo mondiale
Hip Shake
Shake Your Hips (noto anche con il titolo Hip Shake) è un brano musicale blues composto ed eseguito dal bluesman statunitense Slim Harpo.
Fu di Mick Jagger l’idea di registrare il brano di Harpo. Gli Stones lo incisero in studio a Londra, ma lo rielaborarono successivamente in Francia. Il pezzo fu registrato con l’intenzione che sembrasse un disco inciso negli anni cinquanta.
Un’anno dopo in studio il gruppo Zz TOP inciderà questo successo mondiale
Soul Survivor
Ultima traccia dell’album, si tratta di un altro brano con forti venature Soul che si regge su un aspro e tagliente riff di chitarra che sembra andare avanti all’infinito.
Alcuni decenni dopo magari sotto lo stesso effetto di villa Nellcôte i Nirvana escono con questo pezzo: